E’ accaduto anche sul lago di Como: un ragazzino di 15 anni è morto dopo essersi gettato nelle acque del lago per festeggiare la fine della scuola, venerdì 7 giugno.
Questa notizia arriva una manciata di giorni dopo la tragedia che ha colpito Arona, dove il2 giugno, sempre un adolescente è annegato nel tratto di lago di Punta Vevera, che non è balneabile, sia perchè inquinato, sia perchè, essendo la foce del torrente Vevera, ha fondali insidiosi.
A Como è emerso che il ragazzino non sapeva nuotare, ma si è tuffato ugualmente dal pontile di Villa Geno ed è stato trascinato a fondo dalla corrente. Anche quel tratto di lago non è balneabile e gli incidenti si verificano annualmente.
Contrordine, l’acqua della spiaggia delle Rocchette è di nuovo balneabile. Lo dice un documento di Arpa Piemonte pubblicato dal vice sindaco Federico Monti dal suo profilo Facebook.
Ecco la sua dichiarazione: “Comunico ai nostri cittadini che, a seguito di prelievi fatti successivamente a quelli che, a causa di una anomalia del funzionamento delle tubature fognarie in prossimità della spiaggia delle Rocchette avevano determinato valori impazziti rispetto alla norma, con conseguente ordinanza di sospensione della balneazione, i prelievi del 5 giugno hanno dimostrato che i valori sono rientrati nella norma, tanto da consentire la sospensione immediata del divieto di balneazione. È successo qualcosa di inaspettato , una situazione incontrollabile, che una volta individuata, con l’intervento immediato mio e di tutti gli operatori è stata subito circoscritta e messa in sicurezza, in modo che una situazione del genere non si ripeta più in futuro.”
La stagione estiva è appena cominciata e Arona deve già fronteggiare una serie di questioni che hanno a che fare con il lago.
Il primo weekend di sole, ha fatto registrare una tragedia: la morte, domenica 2 giugno, di un adolescente nelle acque di fronte a Punta Vevera, dove la balneazione è vietata. Come spiega anche l’associazione Gli Amici del Lago, circolo di Legambiente: “In merito alla recente tragedia avvenuta a Punta Vevera, l’associazione ambientalista, esprime innanzitutto il suo sgomento e dolore. Tuttavia, precisiamo che oltre ai problemi di sicurezza dei bagnanti, le acque del lago Maggiore antistanti la foce del torrente Vevera non sono balneabili, per cui non dovrebbero esserci persone in acqua in quell’area, poiché i valori di qualità delle acque, secondo i parametri microbiologici, non sono conformi ai limiti definiti dalle leggi”.
Proseguono poi ricordando che: “La profondità del fondale non omogenea rende particolarmente pericolosa la balneazione per nuotatori poco esperti, ma soprattutto è l’acqua ad essere inquinata, poiché da anni viene riscontrata una elevata concentrazione di enterococchi intestinali e di streptococchi fecali (e a volte anche di escherichia coli) ben oltre i limiti consentiti”.
Come se non bastasse anche la spiaggia delle Rocchette, divenuta Bandiera Blu nel 2018, è al centro di un’altra questione spinosa: gli ultimi campionamenti delle acque fronte spiaggia, effettuate da ARPA Piemonte, hanno evidenziato valori negativi, con parametri microbiologici negativi piuttosto elevati. Da qui la decisione di dichiarare le acque non balneabili, fino a che l’acqua non tornerà ad avere parametri come quelli che hanno permesso di ottenere la Bandiera Blu.
Anche in questo caso è intervenuto il circolo di Legambiente Arona che ha sottolineato come: “I dati storici delle analisi effettuate da ARPA Piemonte alle Rocchette hanno sempre confermato alle Rocchette una qualità delle acque eccellente, dati che hanno contribuito – insieme ad altri parametri – a raggiungere gli obiettivi ambientali per poter ottenere l’assegnazione nel 2018 della Bandiera Blu da parte del FEE.”
La situazione attuale potrebbe essere causata dallo sversamento a lago di alcune tubature: “come associazione ambientalista – continua Legambiente Arona – abbiamo da alcuni anni segnalato più volte all’amministrazione comunale e al management di Acque Novara VCO Spa i potenziali rischi di sversamenti dovuti ad un tubo di scarichi fognari che corre vicino alla spiaggia, che ad una valutazione visiva presentava un elevato stato di usura e un coperchio non sigillato.
Questa criticità con parametri microbiologici negativi piuttosto elevati, che sono stati riscontrati dalle analisi di ARPA Piemonte, potrebbe probabilmente derivare dal verificarsi di una rottura o da uno sversamento come da noi temuto. Questa è una nostra supposizione; non avendo libero accesso alla spiaggia non abbiamo potuto verificare direttamente e comprendere le possibili cause di questa situazione”.
Si attendono ora contromisure da parte del Comune, in modo da risolvere questa problematica prima che scoppi l’estate.